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10 materiali da costruzione sostenibili che devi conoscere

10 materiali da costruzione sostenibili che devi conoscere

Giulio Maria Esposito

Molti progettisti, costruttori e architetti sono sollecitati dalla spinta personale o dagli stessi committenti a sostenere virtuosamente materiali da costruzione sostenibili e innovativi, adatti a ridurre l’impronta ecologica rispetto ai materiali tradizionali. Si tratta di processi produttivi green, a basso impatto di CO₂, che in molti casi possono trattarsi addirittura di biomateriale, come gli isolanti prodotti con funghi o micro-organismi, pannelli in pietra riciclata, la lana o i biomattoni.

Ideali per coibentazioni alternative, isolanti naturali, manti e pannelli e materiali riciclati da precedenti demolizioni.

I dieci materiali da costruzione sostenibili

  1. Materiale di isolamento a base di funghi – anche detto Ecovative, si tratta di un materiale in grado di sostituire validamente le schiume plastiche, è ottenuto a partire da sottoprodotti agricoli, tra i quali i funghi. L’isolamento cresce e si sviluppa all’interno delle pareti murarie lasciando che il micelio diventi una copertura ermetica che in meno di un mese si asciuga e si trasforma in una parete perfettamente isolata, termicamente resistente, ecologica al 100% , ignifuga e priva di sostanze tossiche;
  2. Isolamento in lana di pecora – si tratta di un materiale ecosostenibile, utilizza poca energia per la produzione, è sicuro per l’ambiente, non è tossico e ha la capacità di assorbire le sostanze inquinanti, inoltre è ignifuga e facilmente riciclabile;
  3. Prodotti in pietra riciclata – in questo caso le componenti per comperture e rivestimenti sono realizzati a partire da scarti di pietra calcarea, bottiglie in plastica e materiali riciclati di ogni genere. Il suo ciclo di vita dura fino a 50 anni e può essere interamente riciclato;
  4. Bio-Mattoni realizzati con batteri – un mattone ecologico può essere creato a partire dall’azione batterica inserendo i batteri all’interno del mix di aggregati, questi componenti possono provenire da percorsi di riciclo e il processo produttivo fa i modo che si ottengano mattoni con prestazioni uguali, spesso superiori a quelli tradizionali a costi inferiori.
  5. Pannelli in paglia – composti al 99,4% da materiali riciclati, come paglia e legno, sono ecologici e ottengono una parete costruttiva di pannelli portanti isolante e modulare;
  6. Componenti modulari prefabbricati ecosostenibili – si tratta di blocchi costruttivi modulari prefabbricati, ideali per creare costruzioni bio-sostenibili in cui si ritiene opportuno utilizzare il minore quantitativo possibile di acqua ed energia.
  7. Pannelli in fibra di cellulosa – sono sostenibili al 100%, completamente riciclabili, a base di cellulosa e altri materiali di riciclo, l’uso necessita di poca acqua e poca energia;
  8. Colori minerali per pareti – anche per la pittura, la scelta non può che ricadere su una tipologia di colorazione poco impattante dal punto di vista ecologico. Si tratta di vernici di origine naturale, lavabili, prive di sostanze tossiche per gli esseri viventi, ipoallergeniche e permeabili, impedendo alle muffe di recare danni alle pareti. Sono inoltre in grado di assorbire CO₂ in favore degli occupanti;
  9. Pannelli strutturali riciclati – particolarmente adatto per condizioni climatiche particolarmente rigide, è capace di assorbire il CO₂ tre volte rispetto ai pannelli tradizionali, è composto da materiali ecocompatibili;
  10. Pannelli rinforzati in legno – paglia e cemento, si tratta di elementi portanti generalmente utilizzati per le pareti o i tetti, sono strutture rigide date da una combinazione resistente in grado di essere completamente ignifuga, impermeabile, resistente ai batteri, alle muffe nocive. Sono fonoassorbenti e altamente versatili.

Il progresso scientifico è costante e apporta continue novità anche al settore edile: per questo motivo è difficile limitare a dieci i materiali da costruzione sostenibili ed è probabile che nell’immediato futuro escano interessanti novità da sfruttare.

L'impatto dell'architettura sulla psicologia umana

L’impatto dell’architettura sulla psicologia umana

Giulio Maria Esposito

L’uomo e l’ambiente circostante hanno da sempre un rapporto di profonda interazione tra loro, in questo contesto, e assumendo che per ambiente non si intenda unicamente quello “naturale”, ma anche tutte quelle che sono le creazioni architettoniche che si inseriscono all’interno del paesaggio, la collaborazione tra lo psicologo e il progettista, tra architettura e psicologia, si rivela fondamentale per giungere alle più aggiornate scoperte neuroscientifiche in questo ambito.

Nella quotidianità del vivere umano, esso sperimenta una moltitudine di luoghi diversi per lo svolgimento delle proprie attività. Nello svolgimento di queste, molti non si soffermano sulle sensazioni che questi spazi producono, eppure ogni luogo influenza inevitabilmente in modo positivo o negativo la nostra psiche.

La psicologia dell’architettura

Questa disciplina, sperimentata nella prima volta negli anni ’50 in America, giunse successivamente anche nel vecchio continente.

Si tratta di uno studio multidisciplinare volto a porre le basi scientifiche dell’interazione tra le diverse caratteristiche dell’ambiente e le risposte emotive dei fruitori dello spazio, con l’obiettivo di direzionare i nuovi progetti verso le esigenze umane in materia architettonica.

Dal punto di vista sperimentale, le prime ricerche accademiche affrontarono gli effetti della ristrutturazione edile sul comportamento dei pazienti di un ospedale psichiatrico. Non molto tempo dopo gli studi si ampliarono agli ambienti lavorativi e residenziali.

Il rapporto tra luogo ed esperienza

I luoghi rappresentano una prospettiva molto importante nella costruzione dell’esperienza umana e della formazione della propria identità, esattamente come quanto esperito tramite le relazioni amicali e familiari. Muovendo la reciprocità di tale rapporto si rende possibile la trasformazione del pensiero razionale della figura professionale dell’architetto in un discorso affettivo, studiato attraverso l’attenta ricerca dello psicologo. L’architettura diventa un lavoro complesso già dalle prime fasi della progettazione e va organizzata seguendo l’interpretazione dello spazio in virtù dell’utilizzo della teoria dei colori, della prossemica e dell’influenza di fattori biologici. Semplificando è possibile affermare che l’armonia con un ambiente è dato da vari aspetti che possono essere descritti attraverso alcuni principi:

  1. Funzionalità e usabilità;
  2. Gradevolezza;
  3. Modalità con cui l’individuo affronta le sue esperienze vivendo l’ambiente costruito.

Come in passato, questi studi neuroscientifici dimostrano di essere avanzati negli USA più che in altri stati, in particolare presso l’Accademia delle Neuroscienze per l’Architettura di San Diego, dove ancora si studiano le reazioni del sistema nervoso rispetto agli stimoli architettonici dell’ambiente, ricercando le dinamiche che possono influenzare la salute e il benessere delle persone. L’approccio applicato per avvalorare i dati della ricerca si è concentrato principalmente sull’applicazione di spazi oggetto di malessere ambientale e il coinvolgimento dimostrato dalle persone durante le attività di loro svolgimento. L’osservazione di questi fenomeni ha portato alla considerazione che il rapporto tra lo spazio, l’individuo e le sue attività, contribuisce definitivamente a descrivere la qualità delle esperienze, mostrando anche gli effetti di sensazioni di benessere o malessere esperiti dall’emotività individuale.

L’ambiente e le emozioni umane

Parallelamente, studi di visualizzazione celebrale, hanno dimostrato che le emozioni sono frutto di stati somatici, elettrici e chimici precedenti alla consapevolezza dei sentimenti. In questo caso, ad opera pre-cognitiva tutti gli stimoli esterni, compresi quelli ambientali e architettonici, si rivelano fondamentali nella formazioni di tali stati somatici più o meno consciamente nell’individuo.

Tra le parti coinvolte del cervello, l’insula svolge un ruolo fondamentale e gli studi del neurobiologo  Budd Craig sono illuminanti al fine di comprendere in quale modo. Budd, ha evidenziato che la corteccia insulare destra risponde in situazioni particolarmente stimolanti, mentre quella sinistra, al contrario, in situazioni quiete rispetto a un determinato ambiente.

Da questo ne consegue che lo spazio circostante può indurre attività parasimpatica (attraverso il rilassamento) o simpatica, attraverso un maggiore consumo di energia. La definizione di questa scoperta è importante perché stabilisce la veridicità degli effetti che un ambiente può produrre, se stimolanti o rilassanti.

La correlazione tra psicologia e architettura risulta evidente: la collaborazione del progettista e dello psicologo possono creare utili risultati per migliorare il benessere e le attività umane negli ambienti architettonici più diversificati. Quando si hanno in mente dei progetti personali, piccoli o grandi che siano, è importante tenerne conto così da essere sempre al passo con le proprie emozioni.

Pro e contro dell’open space nelle case moderne

Pro e contro dell’open space nelle case moderne

Giulio Maria Esposito

L’open space è un layout di design architettonico che elimina le pareti divisorie tra le diverse aree funzionali di un’abitazione o di un ufficio, creando un ambiente aperto e condiviso. In una casa, ad esempio, l’open space può combinare la cucina, il soggiorno e la sala da pranzo in un unico spazio senza pareti divisorie. Negli ultimi anni è diventato sempre più popolare nel mondo dell’architettura e del design degli interni. Molti architetti e designer lo considerano come una tendenza moderna che risponde alle esigenze di un mondo in cui la comunicazione e la condivisione sono sempre più importanti.

L’open space può essere utilizzato in diversi ambiti, come ad esempio negli uffici, negli spazi commerciali, negli hotel e nelle case. In particolare, le case moderne lo prevedono spesso per creare un ambiente accogliente e spazioso, che promuove la socializzazione e la condivisione degli spazi.

Parliamo di una tendenza architettonica che ha guadagnato popolarità negli ultimi anni e che si adatta alle esigenze di un mondo in cui la comunicazione e la condivisione sono sempre più importanti. Tuttavia, è importante valutare attentamente le esigenze della propria famiglia o della propria attività prima di adottare questo layout.

I Vantaggi dell’Open Space

Per chi fosse indeciso, andiamo ad analizzare pro e contro dell’open space nelle case moderne, partendo dai punti a favore:

  1. Spazio aperto – questa soluzione offre un grande spazio aperto che può essere utilizzato per diverse attività, dalla cucina alla sala da pranzo alla zona living;
  2. Maggiore luce naturale – una disposizione con meno pareti permette alla luce naturale di entrare facilmente nella casa, contribuendo a creare un ambiente luminoso e arioso;
  3. Favorisce la socializzazione – senza dover attraversare porte o muri, viva la socializzazione tra le persone, in quanto tutti i membri della famiglia possono interagire e comunicare facilmente;
  4. Adatto per intrattenere gli ospiti – anche durante la preparazione dei pasti è possibile stare tutti insieme. Una situazione perfetta per intrattenere gli ospiti;
  5. Spazio di lavoro condiviso – l’open space può anche essere utilizzato come spazio di lavoro condiviso per famiglie che lavorano da casa.

Quali sono gli Svantaggi

Vediamo quali sono, invece, i contro dell’open space nelle case moderne:

  1. Ridotta privacy – l’assenza di divisioni tra le diverse aree della casa incide sulla privacy;
  2. Rumore – l’assenza di pareti divisorie può causare un aumento del rumore, specialmente quando ci sono molte persone in casa;
  3. Difficoltà nel creare diversi ambienti – l’open space può rendere difficile creare ambienti diversi e separati all’interno della casa;
  4. Difficoltà di riscaldamento o raffreddamento – poiché le diverse aree della casa richiedono temperature diverse, diventa più difficile riscaldare o raffreddare gli ambienti;
  5. Difficoltà nell’organizzazione e nel mantenimento dell’ordine – l’open space può rendere difficile organizzare e mantenere l’ordine, poiché tutto è in vista e il disordine è in agguato.

In generale, l’open space può offrire molti vantaggi, ma è importante valutare attentamente le esigenze della propria famiglia prima di adottarlo, in modo da minimizzare i possibili svantaggi.

purificatori d'aria in casa aiutano

I purificatori d’aria aiutano a respirare meglio in casa?

Giulio Maria Esposito

I purificatori d’aria sono diventati un dispositivo sempre più comune nelle case moderne, soprattutto per coloro che vogliono respirare aria più pulita e ridurre i livelli di inquinamento all’interno delle loro abitazioni. Ma la domanda che sorge spontanea è: i purificatori d’aria aiutano veramente a respirare meglio in casa?

La risposta è sì, i purificatori d’aria possono essere utili per migliorare la qualità dell’aria all’interno delle case e contribuire a respirare meglio. Essi sono in grado di filtrare le particelle sospese nell’aria, come polvere, polline, fumo di sigaretta, spore di muffe e altri contaminanti. In questo modo, possono ridurre il rischio di allergie, asma e altre malattie respiratorie.

Inoltre, i purificatori d’aria possono anche rimuovere gli odori sgradevoli dall’aria, come quelli causati dal fumo di sigaretta, cibo o animali domestici, rendendo l’ambiente domestico più confortevole e piacevole.

Tuttavia, è importante notare che non si tratta di una soluzione magica per tutti i problemi dell’aria in casa. Ci sono alcune limitazioni da tenere in considerazione: ad esempio, se l’aria all’interno della casa è fortemente contaminata da sostanze chimiche o gas nocivi, un purificatore d’aria potrebbe non essere sufficiente per eliminare completamente questi contaminanti.

Inoltre, i purificatori d’aria richiedono una manutenzione regolare, come la sostituzione dei filtri, per mantenere un’efficacia costante. Ciò significa che è importante scegliere un dispositivo di alta qualità e seguire le istruzioni del produttore per garantirne il corretto funzionamento.

Quali sono i vantaggi dei purificatori d’aria in casa

Ci sono molti vantaggi nell’avere un purificatore d’aria in casa. Ecco alcuni dei principali:

  1. Migliora la qualità dell’aria – Un purificatore d’aria è in grado di filtrare le particelle sospese nell’aria, come polvere, polline, fumo di sigaretta, spore di muffe e altri contaminanti, migliorando la qualità dell’aria all’interno della casa. Ciò può aiutare a ridurre il rischio di allergie, asma e altre malattie respiratorie;
  2. Riduce gli odori sgradevoli – Un purificatore d’aria può anche rimuovere gli odori sgradevoli dall’aria, come quelli causati dal fumo di sigaretta, cibo o animali domestici, rendendo l’ambiente domestico più confortevole e piacevole;
  3. Migliora il sonno – Respirare aria più pulita può contribuire a migliorare la qualità del sonno, aiutando a ridurre l’insonnia, l’apnea notturna e altri disturbi del sonno;
  4. Protegge la salute – La rimozione delle particelle sospese nell’aria può aiutare a ridurre il rischio di malattie respiratorie e proteggere la salute delle persone che vivono nella casa, in particolare bambini, anziani e persone con problemi di salute preesistenti.
  5. Riduce il livello di inquinamento domestico – La maggior parte degli inquinanti dell’aria interna proviene da fonti domestiche, come la combustione del carbone, della legna, il fumo di sigaretta e la cottura. Un purificatore d’aria può aiutare a ridurre il livello di inquinamento domestico eliminando queste fonti di inquinamento;
  6. Aumenta l’efficienza del sistema di riscaldamento e di raffreddamento – I filtri dell’aria sporchi possono ridurre l’efficienza del sistema di riscaldamento e di raffreddamento della casa. Un purificatore d’aria può aiutare a mantenere i filtri dell’aria puliti, aumentando l’efficienza del sistema di riscaldamento e di raffreddamento.

Si può facilmente concludere che i purificatori d’aria possono essere un’ottima soluzione per respirare meglio in casa. Tuttavia, è importante scegliere un dispositivo di alta qualità, seguire le istruzioni del produttore e tenere presente che ci sono alcune limitazioni da considerare.

Top della cucina: guida alla scelta

Maria Letizia Vigorito

Il top della cucina rappresenta un elemento fondamentale nella progettazione della cucina.

Infatti si tratta della parte più esposta e più utilizzata di tutta la cucina: è qui che prepariamo, cuciniamo, impastiamo e impiattiamo le nostre pietanze.

In questo articolo abbiamo elaborato una piccola guida alla scelta di tale piano di lavoro.

Oltre al design e all’aspetto estetico bisogna considerare diverse caratteristiche tra cui:

  • Misura
  • Spessore
  • Tipologia
  • Materiale

Quanto deve essere lungo il top della cucina?

Il calcolo del piano da lavoro dipende essenzialmente da come è disposta  la cucina.

In una cucina lineare di 3 metri totali molto dello spazio deve essere dedicato a piano da lavoro. Infatti se si considera che 60 cm devono essere riservati al frigorifero, 60 centimetri al piano cottura e 60 cm al lavello restano 120 centimetri da suddividere in due piani d’appoggio indispensabili per preparare le pietanze.

Se invece la superficie occupata dalla cucina è di 4 metri è possibile riservare più spazio per l’appoggio di piccoli elettrodomestici.

La cucina che consente la maggior personalizzazione è senz’altro quella angolare. Sarà possibile infatti suddividere l’area cottura e l’area lavaggio riservando un piano di appoggio per entrambe le funzioni.

L’angolo può invece essere riservato per i piccoli elettrodomestici, come microonde o macchina del caffè.

Di quanto deve essere lo spessore del top?

Quando parliamo dello spessore del top della cucina dobbiamo considerare da un lato il gusto puramente estetico e dall’altro il tipo di materiale scelto.

Infatti le cucine in stile moderno e contemporaneo tendono a presentare top dallo spessore minimo, come 1,2 o 2 centimetri, oppure all’opposto piani dallo spessore importante, come 6 centimetri.

Se parliamo invece di cucine dallo stile più classico la scelta dello spessore potrà variare dai 3 ai 4 centimetri.

Tipologie di top: isola e penisola

Entrambe le tipologie sono ideali per chi possiede poco piano d’appoggio, infatti rappresentano delle soluzioni davvero ottime per aumentare lo spazio d’appoggio in cucina.

Non bisogna considerare solo il lato operativo, che ospita quindi piano cottura o lavello o entrambi ma bisogna pensare che le penisole vengono spesso utilizzate per aumentare lo spazio contenitivo oltre che il piano d’appoggio.

A seconda dell’uso che si intende fare dell’isola o della penisola il top della cucina può avere la dimensione delle basi che la compongono (aggiungendo sempre il centimetro di sporgenza per ogni lato), oppure se desideriamo utilizzare il piano dell’isola anche come piano d’appoggio per spuntini veloci, lo possiamo far sporgere da un lato di più per posizionare gli sgabelli.

Quali materiali scegliere per un top resistente?

La caratteristica principale che deve avere un  buon top per la cucina è sicuramente la resistenza agli urti e ai graffi.

Materiali costituiti da  laminati, quarzi e piani in ceramiche sono senz’altro i più resistenti a questa tipologia di danni. Più delicati sono invece i materiali naturali per piano da cucina e il piano in acciaio inox, che si graffia e segna facilmente.

La resistenza al calore indica invece quanto un materiale sopporta il calore oltre che gli shock termici.

I materiali per i top da cucina più indicati sono: Fenix, Neolith, Dekton e Acciaio Inox.

Per ciò che riguarda invece la resistenza all’assorbimento di macchie o di acqua sarebbe meglio optare per materiali sintetici in quanto i materiali naturali presentano dei limiti.

 

L’architettura trova spazio nel Metaverso 

Maria Letizia Vigorito

Sono sempre di più gli architetti che si stanno addentrando nel Metaverso.

Un territorio che appare ancora per certi versi sconosciuto ma che può riservare al tempo stesso numerose potenzialità.

Il Metaverso rappresenta uno dei protagonisti degli ultimi anni, tra enormi aspettative ma anche delusioni. Il termine compare per la prima volta nel 92 all’interno del romanzo di fantascienza Snow Crash di Neal Stephenson.

Nel racconto di Stephenson viene rappresentato coma una sfera nera gigantesca in cui ognuno può realizzare quello che vuole in tre dimensioni, visitabile dagli altri utenti.

Questo spazio virtuale condiviso in cui è possibile giocare ma anche lavorare e commerciare, è diventato terra di conquista per le società dell’high-tech e adesso sta interessando anche il mondo dell’architettura.

Nell’ambito dell’architettura internazionale, i primi studi ad avvicinarsi al Metaverso sono stati quelli che hanno lavorato fin da subito con la progettazione parametrica e il digitale.

I progetti di ZHA

Il primo progetto nel campo del Metaverso è targato Zaha Hadid Architects.

Il nome scelto è stato proprio “Architecting the Metaverse”  e ha visto lo studio di Seul  collaborare con il DDP Design Museum.

Si tratta di un progetto immersivo che, unendo arte e architettura, inizia a lavorare per restituire le intersezioni tra dati, intelligenza artificiale e architettura.

Il progetto è frutto della collaborazione con Mytaverse e ArchAgenda a.o. e prefigura una vera e propria città virtuale con accesso tramite piattaforma su cloud.  I visitatori che accedono possono muoversi tra gli edifici progettati da ZHA e anche partecipare alla sua vita politica e sociale acquistando terreni o avviando attività commerciali.

L’attività dello studio britannico si allarga anche al mondo dei videogiochi.

Nel 2022 ha infatti collaborato con LightSpeed & Quantum Studio progettando nel mondo virtuale uno studio medico per PUBG Mobile.

L’architettura nel Metaverso rivolta al settore immobiliare

Un altro dei mercati che sta emergendo con l’avvento del Metaverso è quello rappresentato dall’immobiliare virtuale.

Coloro che hanno deciso di investire in questo settore stanno già spendendo milioni in NFT (token non fungibili), per acquistare proprietà virtuali. Un’indagine ha stimato il valore di mercato del Metaverso a 47,69 miliardi di dollari nel 2020, e prevede che raggiungerà un fatturato di 828,95 miliardi di dollari nel 2028.

Se restano ancora sconosciuti gli investimenti che sul lungo termine  si riveleranno più fruttuosi su un aspetto non vi è alcun dubbio: il numero delle proprietà virtuali crescerà e questo potrebbe implicare con il tempo un punto di svolta per gli architetti e  di conseguenza per tutto il settore che interessa l’architettura.

Oltre alle “case” e agli “uffici” privati, nel Metaverso ci saranno infatti anche spazi di intrattenimento: parchi di divertimento virtuali, teatri, cinema, gallerie d’arte, sale da concerto, centri commerciali, arene sportive, o qualsiasi altro spazio pubblico di aggregazione.

Le sfere del Metaverso non hanno i limiti del mondo reale come il tempo, il budget o lo spazio fisico e per questo motivo possono garantire ampio margine di movimento a tutti gli architetti più avventurosi che vogliono dare piena libertà alla loro fantasia. Questo fenomeno, a sua volta, potrebbe anche rinvigorire l’architettura tradizionale, portando ad un rinascimento architettonico futuristico.

Lo sviluppo tecnologico e le nostre esigenze in costante evoluzione continuano a ridefinire il ruolo dell’architettura e degli architetti nelle nostre vite. Il Metaverso è probabilmente uno dei progressi digitali più eccitanti di sempre e potrebbe portare a cambiamenti significativi nell’architettura.

 

Listelli

Listelli a muro: divisori ed oggetti di design

Gianmarco Maiolini

Listelli a muro: divisori ed oggetti di design

I listelli divisori in legno per interni possono avere una duplice funzione: quella di dividere degli spazi in maniera elegante, senza la necessità di dover costruire un muro in un interno, oppure anche come semplice elemento decorativo a tutta altezza. In particolare si presta bene a riempire i vuoti di parete troppo lunghe e rendere gli interni più interessanti.

Il sistema divisorio presenta listelli a tutta altezza e agganciati a pavimenti e a soffitto.
Dunque non sono sospesi e non sono agganciati ad altro arredo. Un utilizzo comune è quello di separè fra ambienti.

Al contrario, il sistema decorativo si caratterizza per l’aggancio dei listelli al muro o ad arredi, caratterizzando dunque l’aspetto della stanza con la sua texture peculiare (molto più interessante, magari, rispetto ad una insignificante parete bianca).

Un consiglio utile è quello di abbinare accuratamente il legno e le qualità di legno al colore del pavimento (a maggior ragione se nell’ambiente c’è il parquet).

Materiali

I materiali più diffusi per la costruzione dei pannelli sono:

  1. Pino 

Materiale durevole che nel corso degli anni si rafforza per via del suo naturale e graduale indurimento delle resine. Resistente a carichi significativi, per questo motivo si presta molto bene a diventare un supporto per un grande televisore al plasma o un sistema di illuminazione

  1. Quercia 

Si caratterizza per un alto grado di resistenza per via della densa presenza di fibre di legno. Molto semplice per la manutenzione: lucidatura, spazzolatura, consente agevolmente di mettere a nudo la trama. La tonalità del colore è spesso abbastanza scura.

  1. Rovere

Evergreen dell’eleganza. Un materiale che si presta alle curvature ed ha una buona resistenza, Necessario far caso alla possibilità di imbarcarsi se non ben saldato.

  1. Larice

Legno resistente con una tonalità di colore giallo miele con motivi a contrasto.

  1. Impiallacciatura di MDF impiallacciato

Molto durevole e resistente alla deformazione, spessore solido. L’impiallacciatura di frassino o rovere dona alla superficie una eleganza rara. Il costo è inferiore pur mantenendo la praticità.

Esistono diversi modi per realizzare questi listelli. Una caratteristica importante è la saldatura è l’aggancio. A maggior ragione se il listello verticale è previsto in un edificio aperto al pubblico bisogna prestare attenzione affinché sia fissato nella maniera migliore possibile. Anche nel caso in cui qualcuno vada a colpirlo per errore, il sostegno deve rimanere affidabile e solido.

A tal fine, realizzare un’anima in ferro saldata ad una piastra alle due estremità, fissata a pavimento e a soffitto, rivestita successivamente con il legno dopo il montaggio, può rivelarsi una soluzione ideale.

Grès porcellanato

Grès Porcellanato: storia e curiosità

Gianmarco Maiolini

Grès Porcellanato: storia e curiosità

 

Prima di ricostruire la storia e le caratteristiche di questo materiale ormai diffusissimo ed utilizzatissimo nell’ambito delle costruzioni odierne, partiamo col dare una definizione di grès.

Il grès è un materiale ceramico a pasta dura, ottenuto per cottura fino a incipiente vetrificazione dell’impasto. Ha una pasta compatta, dura, sonora ed impermeabile. Molto spesso presenta una copertura vetrina impermeabile.

L’origine della parola grès sembra derivi da antichi manufatti francesi così chiamati e che utilizzavano lo stesso tipo di argilla, che prende il nome di gres silicieux.

La parola porcellanato invece deriva dal colore candido delle argille bianchissime utilizzate per creare questo materiale. In Italia per la produzione vengono utilizzati materiali proveniente soprattutto da cave sarde e lavorate nella città di Guspini, in provincia di Cagliari. Donde la denominazione a km0 del prodotto.

Storia

Dagli anni ’50 prendevano il nome di grès le piastrelle non smaltate a ridottissima porosità, create con argille rosse, ferruginose, non carbonatiche e vetrificanti in cottura.

Il prodotto finale era ovviamente rosso. La materia prima veniva macinata a secco in mulini a impatto o a martelli e cotta in tunnel a cicli di 70 ore ad una temperatura media di ben 1.000 gradi centigradi.

Tuttavia il prodotto non era dei migliori. Aveva limiti notevoli di natura prettamente tecnologica. Fra questi la ancora rudimentale strumentazione disponibile ai forni che impediva una ottimale regolazione della curva di cottura. Problemi in fase di pressione della pressa che non permettevano di ottenere il livello di densità desiderato per le piastrelle.
Ancora insufficienti controlli dei parametri di macinazione, quindi granuli di varie dimensioni.

Il risultato aveva comunque buone caratteristiche di resistenza, ad esempio all’acido e al gelo, ma risultava difficile da estrarre, controllare e non era impermeabile, presentando una notevole porosità.

Questo prodotto venne utilizzato soprattutto in edifici pubblici come scuole, ospedali, laboratori. A farlo preferire furono soprattutto i costi bassi e la sua resistenza. 

Il Grès Porcellanato

La svolta avviene intorno agli anni ’80, quando in Sardegna, soprattutto nella zona di Sassuolo, la sperimentazione in tema edilizio arriva a confezionare la versione migliore, fino a quel momento, del prodotto.

Questo materiale si rivela adatto sia per interni che per esterni e si caratterizza per la sua enorme versatilità. Per gli esterni riesce a reggere bene all’usura delle intemperie, anche se per ovvie ragioni, tende a durare meno rispetto al materiale utilizzato per interni.
A proposito di durata, il grès ha una longevità quasi illimitata.

È estremamente semplice da pulire, utilizzando qualsiasi tipo di detergenti e disinfettanti. Inoltre è antimacchia, non trattiene aloni. 

Non necessita di manutenzione, non necessita dunque di trattamenti per la cura e la lucidatura di pavimenti in legno o in marmo.

Il grès porcellanato è un materiale ignifugo e resiste al fuoco, quindi anche alle cadute di sigarette, fiammiferi, oggetti roventi ecc. In caso di incedio, dunque, resisterà al fuoco e non emetterà fumi tossici.

Una delle caratteristiche più importanti è la sua sostenibilità. I materiali utilizzati per creare il grès sono 100% naturali e riciclabili. In particolare i materiali sono: sabbia, argilla, minerali e feldspati. e, non contengono plastiche, sono resistenti agli agenti chimici, impermeabili, anallergiche e riciclabili.

Il suo utilizzo è solitamente pensato per i pavimenti, ma può essere adoperato anche per superfici verticali.

Trend 2023

I trend del 2023 per l’interior design

Gianmarco Maiolini

I trend del 2023 per l’interior design

 

Il 2023 è alle porte e per tutti gli amanti del design, può essere utile dare un’occhiata preventiva a quelli che saranno probabilmente i trend del 2023 per l’arredamento domestico non solo.
I clienti potranno essere più tratti dalle proposte di un professionista preparato su ciò che si approssima a diventare di moda nel prossimo anno. La tendenza alla moda e al rimanere aggiornati alle tendenze è un guilty pleasure cui molti acquirenti non riescono a rinunciare.

Diamo allora insieme uno sguardo ai trend che guideranno probabilmente per la maggiore in questo vicinissimo 2023:

 

Indoor e outdoor uniti

Dall’idea di loft che mira a spazzare via le mura domestiche fra le stanze e concependo un unico grande spazio open in cui vivere la casa, si sta affacciando l’idea di eliminare persino quelle esterne!
Non si tratta di andare a vivere per strada, ovviamente, ma di concepire un’unione fra lo spazio interno domestico e quello esterno, ad esempio giardino, vialetto eccetera, eliminando quindi porte, barriere e cancelli.

Minimalismo

Sappiamo cos’è e abbiamo imparato ad apprezzarlo ma il minimalismo sarà comunque protagonista probabilmente del 2023.
Via tutti i fronzoli inutili, cianfrusaglie e vecchie radio impolverate d’epoca. Spazio domestico e lavorativo in ottica di funzionalità, ridotta all’osso, che guarda all’estetica senza perdersi in inutili dettagli. Pochi elementi ma selezionati con cura e posizionati nello spazio con gusto.

Anni ’70

Sarà ragionevole aspettarsi un ritorno agli anni ’70. La nostalgia non perdona e dopo aver sviscerato i mai compianti abbastanza anni ’80, è possibile aspettarsi un salto indietro della nostalgia di 10 anni attraverso l’uso di riflessi e luminosità, mobili dal design geometrico, specchi, uso dell’acciaio, vernici lucide e metallizzate.

Materiali organici

Come anche abbiamo avuto modo di vedere nella fiera di Arkeda di Novembre 2022, nel nuovo modo di concepire l’interpor design e l’architettura, l’attenzione alla sostenibilità non può più essere un elemento di contorno.
L’utilizzo di materiali organici al fine di evitare quanto più possibile l’inquinamento ambientale sta diventando e deve assolutamente continuare ad essere uno standard, un punto di non ritorno da cui guai a tornare indietro.
Ed anche dal punto di visto estetico, oltre che ambientale, il contatto e il ritorno alla natura anche come cromatici, materiali e stile darà una boccata d’aria fresca al modo di concepire l’interpor design, stanco di appesantimenti inutili e desideroso di freschezza, novità e leggerezza.

Biofilia

Direttamente collegata al trend precedente, di cui forse è solo un corollario, l’attenzione ad unire l’elemento urbano con quello naturale, della vita (da cui biofilia ossia amore per la vita) sarà certamente un elemento insostituibile del modo di vivere l’ambiente domestico nel 2023.

Recupero e upcycling

Secondo corollario di un punto di vista ambientalista e sostenibile. Se da un lato, utilizzare materiali organici può essere la scelta giusta per non inquinare maggiormente, cosa ce ne facciamo di tutti i materiali già utilizzati e difficili, magari, da smaltire?
La soluzione è quella di upcycling ossia il riutilizzo e il riciclo intelligente dei materiali al fine di non inquinare e di ridare nuova vita a tutto ciò che appariva come un inutile cadavere. Un utilizzo intelligente del riciclo dei materiali permetterà di creare nuove forme di estetica, impreziosite dalla genuina volontà di non inquinare e di utilizzare ciò che non serve più (quindi magari anche ad un costo ridotto, perché no?) e modellarlo a nostro piacimento.

Idee regalo per gli amanti del design

Gianmarco Maiolini

Il natale è alle porte e le strade delle città sono spesso piene zeppe di persone in cerca di regali last minute da fare. Se siete finiti in questa guida, probabilmente anche voi avete bisogno di idee regalo e non vi va di dovervi fare largo nella calca della gente impazzita che corre da un negozio all’altro.
Se siete amanti del design e volete farvi un regalo, oppure se siete stati negligenti e non avete provveduto ancora ad acquistare i regali di natale ed il destinatario è amante dell’arredo, ecco alcune idee regalo che possono tornarvi utili.

Nintendo labo

Più adatto ad un bambino oppure anche ad un adulto appassionato di tecnologia, videogiochi e design, Nintendo Labo è stato premiato dalla rivista Times come parte delle migliori invenzioni del 2018. È un ibrido fra un videogioco, giacché necessita della console Nintendo Switch ed un gioco analogico, necessitando di montare le parti con degli appositi modelli di cartone.
Estremamente creativo ed esteticamente grazioso, ingolosirà i vostri figli o i figli dei vostri amici.
Di nascosto, se provate curiosità, potrete giocarci anche voi, nessuno vi giudicherà.

Assistenti vocali

Sebbene negli ultimi tempi stiano registrando un calo notevole di vendite, per un appassionato di tecnologia, l’assistente vocale può essere uno sfizio, una curiosità di togliersi. A questo proposito, oltre al solito “Alexa metti una canzone” oppure “Alexa com’è il meteo oggi”, contando un po’ di investimento in più, in ottica di design domestico potrete pensare anche di installare dei device intelligenti collegati ad internet che permettono di spegnere, ad esempio, le luci di casa con il battere delle mani.

Portaoggetti di design

Al vostro amico architetto, ingegnere, creativo, potrete regalare un portaoggetti che contiene penne, matite, gomme, strumenti, con una forma non convenzionale, magari con linee curve, che potrà impreziosire l’ufficio e dare una personalizzazione più marcata all’ambiente lavorativo

Diffusore di aromi portatile

L’azienda Muji ha prodotto una linea di diffusori di aromi molto grazioso per quanto riguarda il design, estremamente piccolo, leggero e maneggevole, da piazzare dovunque, in casa o in ufficio, con delle batterie ricaricabili che hanno durata di otto ore. Niente fili, con feltrini sostituibili e senza bisogno di aggiungere acqua.

Borraccia termica

Se il destinatario del regalo è una persona attenta all’ambiente e al consumo di plastica, un regalo obbligato è quello di una borraccia o un portabibite, meglio ancora se isolato dal punto di vista termico, i quali sono oggetti presenti ormai in ogni ufficio, che abbelliscono l’ambiente e permettono di avere sempre con sé la necessaria quantità di acqua senza ulteriormente contribuire all’inquinamento del pianeta con la plastica usa e getta. Comodo, economico, utile e sostenibile.

Macchinetta del caffè di nuova generazione

Esistono ormai moltissimi tipi di macchinetta del caffè, con le cialde, con le capsule e di tantissime marche. Sulla base anche dei gusti, di chi riceverà il regalo, scegliete la macchinetta che più si confa alle sue esigenze. Una minimale, piccola, che occupa poco spazio ma impreziosisce la casa potrebbe essere un’idea ottima, anche questa utile e sicuramente gradita.

L’importante è il pensiero di fare qualcosa di bello a qualcuno cui vogliamo bene, non quanti soldi abbiamo speso. Queste idee che vi abbiamo proposto sono degli spunti da utilizzare come volete, per provare a stupire e a far piacere a coloro i quali volete fare un regalo.

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